ANNO 14 n° 119
Peperino&Co.
Quel Palazzo Farnese
alle porte del Duomo
>>>> di Andrea Bentivegna <<<<
26/09/2015 - 02:00

di Andrea Bentivegna

VITERBO - Immaginate le antiche fortezze medioevali, arroccate su ripidi speroni di roccia e collegate al resto del mondo da un esile ponte. Ebbene, nel medioevo, il colle del Duomo di Viterbo non doveva apparire poi troppo diverso. Solo che anziché una fortezza vi si trovava il palazzo dei Papi e che quindi quell’unico ponte che lo collegava al resto del mondo fosse uno dei lembi di terra strategicamente più importanti che ci potessero essere.

In effetti, ancora oggi, il ponte che conduce a piazza San Lorenzo, è uno dei luoghi della nostra città più pittoreschi e suggestivi. Lungo questi pochi metri di strada, che un tempo sovrastavano un profondo fossato oggi divenuto via Sant’Antonio, si erge ancora un elegante palazzo che ha visto transitare tra le sue mura alcuni dei personaggi più importanti della storia della città prima e d’Europa poi.

Il palazzo in questione fu edificato nel già nel Duecento dall’importante famiglia dei Tignosi. All’epoca Viterbo era divenuta sede papale ospitando il famoso Conclave e in questo periodo i Tignosi erano, assieme agli acerrimi rivali dei Gatti, uno dei casati più potenti della città. Fu però solo due secoli più tardi che questo edificio divenne leggendario. Fu scelto infatti come residenza da Ranuccio Farnese che nel 1431 fu nominato Tesoriere della Chiesa, ed ottenne la custodia della città. Tra i suoi discendenti due in particolare, che furono discretamente noti, nacquero e vissero proprio tra queste possenti mura: un certo Alessandro e sua sorella Giulia.

Lei era bella, anzi bellissima, una sorta di diva per il suo tempo, tanto da essere ritratta persino da Raffaello al centro di uno dei suoi capolavori: la Trasfigurazione. Il suo fascino e il suo carisma furono leggendari e fecero letteralmente le fortune dei Farnese. Giulia Bella, come era chiamata, influenzò infatti le importanti scelte del suo amante: il famigerato Papa Alessandro VI Borgia. Non può dunque sorprenderci se questo pontefice, nemmeno un anno dopo la sua incoronazione, decise di nominare cardinale il giovane Alessandro Farnese il quale, a sua volta, saprà sfruttare piuttosto bene il prodigarsi di Giulia. Alcuni anni più tardi toccherà infatti a lui ad essere innalzato al soglio pontificio con il nome di Paolo III.

Due figure dunque, quella di Giulia e Alessandro, assolutamente centrali per la storia trascorsero la loro giovinezza nella prestigiosa dimora viterbese alle porte del duomo. Ancora oggi palazzo Farnese testimonia con la sua architettura l’importanza che ha ricoperto questo edificio durante i secoli. Per fare un esempio lo splendido cortile, dove troviamo una sorta di profferlo e le finestre del primo piano sormontate da archi a sesto acuto sono certamente un lascito del periodo duecentesco mentre le bifore del secondo e piano e la splendida loggia in legno che affaccia su via San Lorenzo sono probabilmente state realizzate in epoca più tarda, quando il palazzo divenne residenza di Ranuccio.

Tuttavia le modifiche non si limitarono a quel periodo e continuarono, con esiti alquanto discutibili, sino all’ottocento quando il palazzo era ormai divenuto irriconoscibile: la loggia era stata murata, la stessa sorte era toccata alle eleganti finestre mentre la muratura in blocchi era stata ricoperta da intonaco. Fortunatamente negli anni ’10 del Novecento un provvidenziale restauro riuscì a riportarlo all’antico splendore con cui oggi accoglie i visitatori diretti al Duomo al di là del ponte proveniente da piazza della Morte.





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